A PROPOSITO DI SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE,
SISTEMA SALUTE E INFERMIERI…
Il SSN è un servizio fondamentale per il benessere dei singoli e della collettività ed è un sistema che vede crescere esponenzialmente la sua complessità, che affronta problemi crescenti, che si impegna a gestire e superare criticità strutturali, economiche, tecnologiche, assistenziali ed organizzative.
Vi accadono eventi difficili, dolorosi e drammatici, ma è anche un sistema in cui si intersecano valori etici e sociali, attenzione all’altro, competenze ed esperienze, studio e ricerca, sviluppo tecnologico e scientifico, innovazione organizzativa e assistenziale ed un grande impegno avorativo e professionale di tanti professionisti sanitari, tra cui gli infermieri.
Gli infermieri che nell’ultimo decennio, passo dopo passo, hanno ottenuto un profondo ambiamento dei loro percorsi formativi; si sono impegnati per innovare il loro modo di fare assistenza, di relazionarsi con gli altri rofessionisti e con le persone assistite; hanno adeguato i loro standard professionali a quelli dei Paesi europei più avanzati; hanno prodotto studi e ricerche; hanno proposto e propongono nuovi modelli organizzativi e assistenziali; hanno contribuito e continuano a promuovere la realizzazione di modalità assistenziali più efficaci e coerenti con l’evoluzione epidemiologica e demografica del Paese e con le necessità di ambiamento del sistema salute in cui sono inseriti.
Nonostante questo, un noto editorialista di un altrettanto noto quotidiano nazionale, in alcuni recenti articoli, ha scritto che:
•l’ineluttabile destino professionale degli infermieri è di essere “paramedici”;
•il loro percorso di professionalizzazione anche gestionale, sostenuto dall’OMS, da studiosi ed esperti di caratura nazionale
ed internazionale e dalle leggi di questo Paese è da considerarsi “aberrante”;
•l’affrancamento da antiche sudditanze e obsolete gerarchie, l’impegno verso l’integrazione dei saperi e dei diversi percorsi professionali, anche di tipo organizzativo/gestionale, è segno di schizofrenica ricerca di carriere parallele;
•la loro crescita professionale potrebbe produrre carenze nell’assistenza…
Gli infermieri e la Federazione Ipasvi dopo il momento dell’irritazione e degli interrogativi, hanno riflettuto e vogliono con forza sostenere:
•che l’integrazione professionale e il lavoro di squadra sono una necessità ineludibile per ogni organizzazione sanitaria moderna ed efficace;
•che esiste distinzione tra la linea clinico/assistenziale e la linea organizzativo/gestionale;
•che il ritorno a rigide gerarchie tra professioni, non solo è anacronistico, ma risponde a vecchie logiche di potere che si risolvono in un danno per il cittadino, a cui servono i diversi e integrati saperi per un‘assistenza personalizzata e di qualità;
•che tutti loro, anche quelli con laurea triennale, quinquennale e master, non hanno mai smesso e non smetteranno mai di fare le prestazioni necessarie all’assistenza e al benessere dei cittadini, 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno;
•che continuano ad impegnarsi e si impegneranno quotidianamente, anche nelle condizioni difficili che oggi attraversa il sistema sanitario, a contribuire al funzionamento degli ospedali italiani e a garantire l’assistenza a chi ne ha bisogno, con serietà e grande senso di responsabilità.
340mila infermieri e la Federazione che li rappresenta chiedono un confronto e un dibattito serio e costruttivo basato sui fatti e non sugli stereotipi, in cui esserci con la serenità e la maturità che vogliono li contraddistingua sempre.
Annalisa Silvestro
Presidente della Federazione nazionale
Collegi degli Infermieri
"Corriere della Sera" 16 maggio 2007