mercoledì 21 novembre 2007

Vergognatevi e basta

I Savoia chiedono all'Italia 260 milioni
"E' il risarcimento per 54 anni di esilio"

ROMA - I Savoia chiedono 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per i danni morali subìti in 54 anni di esilio: 170 milioni li vuole Vittorio Emanuele; 90 suo figlio Emanuele Filiberto. Ma non è tutto: oltre agli interessi sulle somme richieste, i Savoia vogliono anche la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana. Lo rivela un servizio che andrà in onda questa sera su RaiTre a Ballarò.

"Una ventina di giorni fa - anticipa la redazione del programma televisivo - la famiglia Savoia ha chiesto ufficialmente i danni al governo italiano con una lettera di sette pagine inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Romano Prodi redatta dai legali dei Savoia Calvetti e Murgia".

Tra i motivi della richiesta di risarcimento illustrati nella lettera e spiegati da Emanuele Filiberto in un'intervista al programma di RaiTre ci sono "i danni morali subìti durante l'esilio per la violazione dei diritti dell'uomo stabiliti così come stabilito nella Convenzione Europea del 1948".

Secca la replica del governo. Attraverso il segretario generale della presidenza del Consiglio Carlo Malinconico - conclude la redazione di Ballarò - il governo ha fatto sapere che "non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia, ma pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilità che ha avuto nella storia italiana".

Dubbi, quanto meno sull'opportunità di chiedere proprio adesso il risarcimento, sono stati sollevati anche da un fedelissimo di casa Savoia, Sergio Boschiero, segretario nazionale dell'Unione Monarchica Italiana: "L'avocazione allo Stato dei beni del re fu la prima grande rapina dopo la caduta della monarchia, ma non mi sembra il momento opportuno per rivendicazioni".

Giudizio che non trova d'accordo il portavoce di Casa Savoia, Filippo Bruno di Tornaforte, che ricorda cause simili intentate da altri ex regnanti: "E' il caso della Grecia, che ha dovuto pagare un cospicuo risarcimento a re Costantino e alla sua famiglia per l'ingiusto esilio".

Per questo, a ridosso della prescrizione che scatterebbe alla scadenza dei cinque anni dal rientro in Italia, i Savoia sembrano davvero decisi a fare causa allo Stato. L'ex famiglia reale è rimasta in esilio dal 1946, anno in cui si svolse il referendum che fece dell'Italia una repubblica al 2003, quando rientrarono nel nostro Paese grazie alla legge costituzionale approvata l'anno prima, legge che cancellava gli effetti delle disposizioni transitorie della Costituzione. Gli anni di esilio sarebbero 56 ma per la richiesta di risarcimento i Savoia si basano sulla data di approvazione della Convenzione Europea, quindi sul 1948.

Quanto ai proventi dell'eventuale vittoria processuale, Tornaforte precisa che andrebbero a una neonata "Fondazione Emanuele Filiberto di Savoia" che li destinerebbe "in opere di beneficenza e di sostegno alle fasce sociali più disagiate".
La Repubblica
(20 novembre 2007)

martedì 20 novembre 2007

Nozze di diamante



Sono traguardi difficili da raggiungere, ma sono davvero felice che i miei carissimi nonni ce l'abbiano fatta. Vedere quei due vecchietti festeggiare 60 anni di vita insieme mi ha fatto capire come l"amore eterno" possa realmente esistere.
Auguri e vi voglio bene!
Nella foto sono proprio loro quando erano ancora fidanzati!

giovedì 1 novembre 2007

Il parcheggio

Questa mattina mi sono svegliata presto così ho deciso di andate in un grande centro commerciale vicino casa.
Considerato il fatto che codesto centro ha molti posti auto e diversi ingressi arrivando in orario d'apertura ho trovato facilmente posto in prossimità di una entrata. Ho fatto un giretto per negozi ed una sosta al supermercato.
Quando ha cominciato ad affollarsi un pò troppo per i miei gusti ho ripreso la strada del parcheggio. Mi avvicino all'auto e mi accorgo che una macchina si ferma vicino alla mia. Mi guardo intorno e vedo poco più avanti tanti posti liberi, così non mi preoccupo più di tanto. Carico le buste in auto, metto la cintura, accendo il motore ed una sigaretta, il tutto con molta calma. Quando mi accorgo che la signora nell'auto comincia ad imprecare contro di me. La guardo senza capire se ce l'aveva davvero con me. Apro il finestrino e gli chiedo se ha dei problemi... questa ha cominciato ad insultarmi.... mi dovevo sbrigare che lei aspettava il mio posto.... gli dico gentilmente che ci sono altri 7mila parcheggi e non mi sembrava il caso di fare tutta quella scenata. Questa continua a dirmi che mi devo levare da... (immaginate bene dove) perchè lei voleva proprio quello vicino all'entrata...
Mi è salito il veleno. Senza rispondere, sono scesa dall'auto e mi sono diretta nuovamente verso l'entrata del centro commerciale. Questa ha continuato a mandarmi accidenti e mentre la guardavo con sufficienza se ne va poco più avanti e parcheggia in uno degli altri 6999 posti. Io torno indietro e me ne vado.
Tornando a casa pensavo come il dover parcheggiare è pari ad una guerra, se quella aveva una pistola mi avrebbe tranquillamente sparato.
E chi per un posto travolge due motociclisti, li manda in ospedale e gli cambia la vita...